Il nuovo progetto realizzato con Sistema Moda Italia ha portato sei aziende del tessile a misurare e condividere tra loro le proprie pratiche di sostenibilità, mettendo poi questo know-how a disposizione delle imprese del settore tessile.
Il XXI secolo sarà ricordato probabilmente come l’epoca in cui l’essere umano ha ripensato il proprio modo di fare business. La crisi sanitaria, l’impatto della guerra sulle catene di fornitura, il costo dell’energia e non per ultima la crisi climatica sono solo alcuni fenomeni che stanno stimolando il settore privato a rivedere i propri paradigmi, strumenti e processi in ottica sostenibile e rigenerativa.
Una trasformazione che riguarda anche il tessile, comparto chiave per il raggiungimento di un’economia circolare secondo le strategie dell’Unione Europa.
L’evoluzione di un settore che impiega 1,5 milioni di persone nella sola Europa, non solo richiederà un totale coinvolgimento della catena del valore, investimenti imponenti e lo sviluppo di tecnologie mai pensate prima. Ma potrà avvenire solo grazie a una collaborazione radicale, dove la competizione tra imprese possa essere affiancata dalla condivisione e dallo sviluppo congiunto di soluzioni in grado di accelerare l’innovazione e premiare chi sceglie di anticipare le normative e il mercato.
Per far fronte a questa esigenze, nel 2021 come NATIVA, insieme a Sistema Moda Italia (SMI) – una delle più grandi organizzazioni mondiali di rappresentanza del settore tessile e moda – e al suo Comitato di Sostenibilità, ci siamo interrogati su come portare i principi di un’economia rigenerativa all’interno del settore tessile.
Da questo dialogo è nato il progetto pilota “Sustainable Evolution Path per il Settore Tessile”. Attraverso di esso sei aziende associate a SMI – di diversa dimensione, fatturato e snodi della catena del valore del tessile – sono state coinvolte nell’analisi delle loro performance di sostenibilità e in un successivo percorso di miglioramento congiunto, che ha permesso alle partecipanti di condividere le migliori pratiche con tutte le altre.
Tra le aziende protagoniste citiamo:
- Tintoria Finissaggio 2000 di Masserano (Biella), specializzata nella tintoria e finissaggio di tessuti a maglia, accoppiatura e stampa digitale tessuti;
- Beste (Prato), specializzata nella produzione verticale completa che integra i processi di creazione tessile e relativa realizzazione di abbigliamento di alto livello per il settore moda;
- Pattern di Collegno (Torino) punto di riferimento per la progettazione, l’ingegneria, lo sviluppo, la prototipazione e la produzione di linee di abbigliamento alto di gamma;
- Eurojersey di Caronno Pertusella (Varese), leader nel settore dei tessuti tecnici indemagliabili.
rappresentanti di 4 distretti della moda italiana diversi.
Le imprese hanno dunque potuto inizialmente misurare le proprie performance ambientali e sociali con il B Impact Assessment, strumento creato dalle B Corp e utilizzato da altre 200.000 aziende nel mondo. Il tool ha permesso di valutare le pratiche di sostenibilità adottate in cinque diverse aree: la governance, il benessere dei lavoratori, la creazione di valore per la comunità, l’impatto sull’ambiente e quello sui clienti.
Questa prima misurazione ha permesso a ogni impresa di identificare il proprio profilo di sostenibilità e di confrontarlo con quello di altre aziende appartenenti al settore del tessile. Successivamente alcune aziende hanno scelto, con il supporto di NATIVA, di definire un piano di miglioramento delle proprie performance ambientali e sociali, strutturato ad hoc sulla base del proprio modello di business.
Non ci siamo fermati al calcolo dell’impatto. Abbiamo ragionato su come ogni azienda potesse migliorare in base alle proprie caratteristiche e alla propria vocazione.Paolo Di Cesare, co-founder NATIVA
Durante il percorso ogni azienda ha potuto valutare l’evoluzione in Società Benefit, status legale che consente di ufficializzare all’interno dello statuto la vocazione dell’impresa e l’impegno a generare valore per le persone e l’ambiente, oltre al profitto.
Ogni fase è stata intervallata da momenti di condivisione delle best practice di sostenibilità tra le aziende, con l’obiettivo di massimizzare lo scambio di conoscenza e il grado di contaminazione e quindi accelerando lo sviluppo di ognuna.
Partendo da questi scambi, come NATIVA abbiamo infine fatto emergere e raccolto in un handbook più di 40 best practice, selezionate sulla base di principi di materialità, rilevanza e replicabilità. Sono state incluse buone pratiche italiane derivanti dall’allineamento con la legislazione e dall’adesione al CCNL di settore, pratiche di settore quali ad esempio l’acquisto di materia prima certificata e l’adesione al protocollo ZDHC, quelle adottate dalle aziende B Corp nel mondo e quelle delle aziende del percorso pilota.
Tutto questo materiale è ora messo a disposizione delle aziende che sono rappresentate da SMI, e potenzialmente di tutto il settore tessile e moda.
Da oggi infatti le imprese potranno misurare i propri impatti sociali e ambientali, progettare e implementare la propria strategia di sostenibilità ed evolvere la propria governance, grazie a Spaceship, la nuova piattaforma digitale creata da NATIVA per accelerare il percorso verso la sostenibilità delle imprese e italiane e non, e che, nella versione customizzata per SMI, contiene tutto il know-how sviluppato nella prima fase del progetto.
Sistema Moda Italia, con i suoi associati, si pone l’obiettivo di alimentare l’eccellenza del Made in Italy e della tradizione tessile. La sfida dei prossimi anni sarà quella di poter ridefinire il concetto di MADE IN ITALY, affinché possa essere sinonimo non solo di qualità, tradizione e storia ma anche di sostenibilità.
A questo punto non rimane che provare a rispondere a una domanda: che cosa accadrebbe se tutte le aziende del settore tessile italiano utilizzassero gli strumenti che sono già a loro disposizione per evolvere in una nuova maniera virtuosa?
Oggi è fondamentale per ogni azienda imparare a misurare le proprie performance non solo a livello economico, ma anche sociale e ambientale, perché solo misurandosi si può capire dove si può migliorare. Il progetto con SMI e NATIVA ha permesso di far emergere i valori e le pratiche già consolidate delle imprese, così come le loro lacune e di capire come implementare pratiche che saranno un must per il mercato di domani, che è già oggi.Andrea Crespi, Consigliere Delegato per la Sostenibilità di Sistema Moda Italia