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È ONLINE LA RICERCA NAZIONALE SULLE SOCIETÀ BENEFIT 2024

Le Società Benefit in Italia: un ecosistema dinamico e in crescita con performance economiche superiori rispetto alle imprese non-benefit.

La prima Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2024 fotografa il panorama italiano:

  • Tra il 2019 e il 2022 crescita del fatturato più che doppia rispetto alle non-benefit: +37% vs +18% in termini mediani

  • Redditività misurata dall’EBITDA margin pari al 9%, superiore rispetto all’8,3% delle non-benefit

  • Maggiore produttività per addetto, più investimenti per il futuro e attenzione alla creazione di valore condiviso

  • A fine 2023 sale a 3.619 il numero di Società Benefit (+37,8% la crescita tra 2022 e 2023), con più di 188mila persone occupate


Dinamicità, crescita e creazione di valore condiviso sono le caratteristiche che descrivono l’evoluzione in Italia delle Società Benefit che, tra il 2019 e il 2022, hanno registrato un aumento del fatturato del +37% in termini mediani, più del doppio rispetto alle imprese non-benefit (+18%).

Le migliori performance rispetto alle non-benefit sono evidenziate anche da una più alta produttività (nel 2022 valore aggiunto per addetto pari a 62.000€ vs 57.000€) e da livelli e crescita più elevati dell’EBITDA margin: il rapporto tra margine operativo lordo e ricavi è passato da 8,5% nel 2019 a 9% nel 2022 per le Società Benefit e da 8,1% a 8,3% per le non-benefit.

Secondo lo studio, a fine 2023 le Società Benefit in Italia hanno raggiunto il numero di 3.619, in crescita del 37,8% rispetto all’anno precedente. Rappresentano ancora una nicchia rispetto al totale delle imprese italiane (1,23 per mille), ma il trend di crescita è in continua accelerazione dal 2016, anno di introduzione della legge in Italia.

Questo è lo scenario fotografato dalla Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2024 – che per la prima volta analizza l’evoluzione del fenomeno anche da un punto di vista economico-patrimoniale, confrontando l’andamento delle Benefit con quello di un insieme di aziende tradizionali appartenenti agli stessi settori e classi dimensionali. Lo studio è realizzato da un gruppo di lavoro eterogeneo di esperti sul tema, composto da NATIVA, Research Department di Intesa Sanpaolo, InfoCamere, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova, Camera di commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit

La ricerca evidenzia, inoltre, come le Società Benefit riconoscano maggiormente il valore del capitale umano (costo del lavoro mediano per addetto di 41.000€ vs 38.000€), ridistribuendo dunque di più la ricchezza tra i lavoratori.

Si rileva anche un maggiore grado di investimento in leve strategiche per il futuro: ad esempio, tra le aziende manifatturiere la quota di imprese internazionalizzate è pari al 41% tra le Società benefit, sette punti percentuali in più rispetto alle altre imprese; lo stesso vale per la richiesta di brevetti (24% vs 13%), i marchi registrati a livello internazionale (35% vs 19%) e l’ottenimento di certificazioni ambientali (35% vs 18%), a conferma di come una delle caratteristiche principali delle Benefit sia quella di operare con una visione di lungo termine.

L’accelerazione del fenomeno evidenzia una crescente sensibilizzazione sui temi dell’impatto sociale e ambientale che, anche per effetto della pandemia, ha portato molte imprese a riflettere sulle proprie priorità e strategie di business in ottica di sostenibilità: infatti nel 2020-2021 le Società Benefit sono più che raddoppiate (da 805 nel 2020 a 1.697 nel 2021) e i loro addetti sono passati da 18.000 nel 2020 a ben 98.000 nel 2021 (+433%). Una tendenza che è poi proseguita negli anni, tanto che a fine 2023 le persone impiegate in Società Benefit hanno toccato quota 188.000, con un’incidenza di 10,4 addetti su mille sul totale Italia.

La Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2024 conferma il ruolo significativo delle Società Benefit come un’evoluzione promettente nel panorama imprenditoriale. Queste società integrano gli obiettivi di lucro con l’impegno a promuovere benefici comuni per la società e l’ambiente, rappresentando così una concreta espressione di innovazione. Questa integrazione mira a creare un valore aggiunto che potrebbe avere un impatto positivo su diversi settori economici e, in ultima analisi, sull’intero Sistema Paese.

Leggi la ricerca completa qui.

Dinamicità, crescita e creazione di valore condiviso sono le caratteristiche che descrivono l’evoluzione in Italia delle Società Benefit che, tra il 2019 e il 2022, hanno registrato un aumento del fatturato del +37% in termini mediani, più del doppio rispetto alle imprese non-benefit (+18%).
Le migliori performance rispetto alle non-benefit sono evidenziate anche da una più alta produttività (nel 2022 valore aggiunto per addetto pari a 62.000€ vs 57.000€) e da livelli e crescita più elevati dell’EBITDA margin: il rapporto tra margine operativo lordo e ricavi è passato da 8,5% nel 2019 a 9% nel 2022 per le Società Benefit e da 8,1% a 8,3% per le non-benefit.
Secondo lo studio, a fine 2023 le Società Benefit in Italia hanno raggiunto il numero di 3.619, in crescita del 37,8% rispetto all'anno precedente. Rappresentano ancora una nicchia rispetto al totale delle imprese italiane (1,23 per mille), ma il trend di crescita è in continua accelerazione dal 2016, anno di introduzione della legge in Italia.
Questo è lo scenario fotografato dalla Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2024 – che per la prima volta analizza l’evoluzione del fenomeno anche da un punto di vista economico-patrimoniale. Lo studio è realizzato da un gruppo di lavoro eterogeneo di esperti sul tema, composto da NATIVA, Research Department di Intesa Sanpaolo, InfoCamere, Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Padova, Camera di commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit.